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Una montagna particolare: l'ASPROMONTE Alle variazioni di livello marino di queste epoche si deve l'inizio della formazione dei piani tipici dell'Aspromonte scaglionati su quattro livelli sovrapposti. Ai margini dell'isola allora esistente, costituita dall'odierna zona del Montalto, la cima più elevata, a quota 1955 m, si formarono delle superfici a causa della sedimentazione dei materiali terrosi e ghiaiosi. Tale sedimentazione era conseguenza dell'erosione del terreno al livello del mare, il mare stesso poi foggiava le supcrfici in forma di terrazzi. Successive variazioni nel livello delle acque rispetto al monte produssero le serie dei piani a diverse quote. I terrazzi più elevati, risalenti alla fine del Triassico si trovano ora tra i 1100 ed i 1300 m di quota (Piani o Campi di Aspromonte veri e propri, Campi di Reggio, Campi di S. Agata e di Ammusa), quelli intermedi, meno ampi dei precedenti, sono colorati attorno ai 700 m, altre due serie si trovano ancora più in basso e sono caratterizzate da spianate sempre più brevi ed formazione più recente. L'erosione operata dai fiumi ha poi tagliato questi piani, creando una conformazione estremamente vana e complicata. |
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C'è una stagione
della nostra vita durante la quale siamo portati a fare un consuntivo del
tempo trascorso e lo facciamo con ispirazione particolare, se l'abbiamo
vissuto lontano dal luogo e fuori dalla società dove ci eravamo
socialmente e culturalmente formati. Poi scelte pratiche di vita ci
sospinsero lontani e siamo entrati a far parte della nuova società con
entusiasmo giovanile e la ferma determinazione di vivere nel nuovo
ambiente con piena consapevolezza. Giuseppe Fimmanò, calabrese della diaspora, ha iniziato già da qualche anno a sentire tale stimolo, al quale ha dato voce nella maniera a lui connaturale: scrivendo la scelta di unire al suo l'inchiostro del collega amico Guenzani gli fu certamente dettata dal forte legame con il quale negli anni aveva idealmente unitole due sicietà: quella sua d'origine e l'altra chi gli aveva offerto spazio culturale e lavoro. Lo fa da uomo di cultura, consapevole di aver assolto il suo dovere di cittadino "donado mentre riceveva". Al braccio di Guenzani, gallaratese autentico, pubblica La Malpensa e i Gallaratesi, Il Borgo di Gallarate 250 anni fa, Verghera ne settecento ed ancora altri volumi. Il legame tra Gallarate e Sinopoli diventa concreto quando a sua volta Fimmanò prende l'amico per mano e lo conduce nel profondo Sud all'amata Sinopoli, sua patria natia. I due amici scrivono allora con una penna sola Dalla preistoria all'origine della Contea di Sinopoli, che vede la luce nel 1999. Il sentimento che ha ispirato l'amicizia e la determinazione di collaborazione degli autori, entrambi con la passione per la storia, rivela la sua essenza nella dedica che apre il loro primo lavoro su Sinopoli: "a tutti coloro che, vivendo in terre lontane, conservano nel cuore il ricordo de paese natale". Con il saggio, che danno ora alla stampa, i due autori completano il loro primo lavoro sulla storia di Sinopoli, ricercando e studiando documenti d'archivio attraverso i quali danno radici storiche al paese ed alla sua comunità. Hanno scritto in maniera semplice e piacevole da leggere, anche quando l'assenza documentale li costringe a farlo da storici o li porta ad insinuarsi nei tortuosi meandri della genealogia o, peggio ancora, dall'araldica del catasto feudale, che per tanti secoli governò Sinopoli. E' un libro scritto con l'intento di dedicarlo alla comunità sinopolese, quindi proponendo a cittadini di differenti livelli sociali e culturali, i quali tutti potranno ritrovarsi la sicura testimonianza di un passato con le sue luci e le sue ombre, che in ogni modo va conosciuto per capire meglio il presente. Portando a termine questa monografia di non facile impegno, scaturita - come dicevo - da ricerche di archivio e dalla consultazione di molteplici fonti, i due autori realizzano un'opera utile alla comunità sinopolese, nel segno di un attaccamento alle radici non semplicemente nostalgico ma operoso e fattivo. Giovanni Ruffo |
Fimmanò e Guenzani rivendicano a
gran voce la fedeltà calabra, la devozione di un popolo, l'attaccamento
alla propia fede e abbattono il motivo negativo della inefficienza del
governo borbonico, ricostruendo le fasi di eventi calamitosi, cui quel
governo seppe far fronte con
rapidità.........
..... E' una porzione di
territorio rimasta chiusa per secoli nella propria economia e tanto
lontana dalla capitale sì da non risentire dei grandi mutamenti poliotici
e dinastici del Regno, ma sempre rimasta incardinata alle fortune del
casato dominante.
..... ...... Vengono alla luce episodi
tragici come il terremoto del 5 febbraio 1783, che oltre a distruggere
paesi e causare la morte di migliaia di persone, dette vita ad in vero e
proprio "tsunami", un'onda marina enorme che travolse coloro che tentavano
di sfuggire alla catastrofe: tra di loro il feudatario, il principe Fulco
Antonio.. ma quella tragedia, sfatando luoghi comune consolidati, mostra
anche il volto di un'insospettata efficienza del governo borbonico, che
riuscì in modo encomiabile ad affrontare quella
calamità. ..... Lo spirito guerriero e
combattivo è stato il fulcro importante che la popolazione locale ha
saputo cogliere e trasmettere ai propri figli.
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Quando si scrive o
si narra un territorio, per amore alle radici e la volontà di farne
memoria per i posteri, si compie opera preziosa. Nulla, infatti,
come la conoscenza critica del passato può orientare a capire il presente
e a progettare il futuro in una continuità, non fissata una volta per
sempre, ma aperta a perfezionamenti migliorativi e di crescita della
comunità civile e religiosa.
FRANCESCO MILITO VESCOVO DI OPPIDO MAMERTINA - PALMI | |
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La maggior parte delle notizie scaturisce dagli archivi della parrocchia a riprova del prezioso lavoro culturale e storico svolto dalla chiesa nella storia del mondo occidentale .
Tra le righe "appaiono" i volti di gente laboriosa, vivida, stretta in comunità, legata alla terra e rispettosa della natura che ha sempre circondato il nostro borgo...........
don Giuseppe Ortelli Luigi Sardella
Luigi Macchi